La libertà è energivora

I nuovi obiettivi: risparmio ed efficienza

di Katia Ciapponi

guerra-energia
Foto: www.plp.org

Chi è per il risparmio energetico è contro la guerra. No, non stiamo per fare grandi discorsi sui massimi sistemi, la pace nel mondo, la salvaguardia dell'umanità ecc. ecc., ma stiamo semplicemente facendo una considerazione oggettiva.

Da sempre i popoli si fanno guerra per motivi ideologici, ma soprattutto per motivi economici e strategici. Ci si combatte per occupare dei territori, per occupare dei punti strategici commerciali, ma negli ultimi anni molte guerre sono state combattute anche per l'energia.
La nostra ormai è una generazione energivora, per cui la proprietà di grandi quantità di energia da esportare, o la ricerca di nuovi fonti di approvvigionamento, determinano gli equilibri geopolitici del futuro.
Consideriamo per esempio che tipo di distribuzione abbiamo nel mondo dell'energia: nella figura seguente distinguiamo gli stati che importano e quelli che esportano colorandoli in modo diverso sulla base anche della quantità di Tonnellate di Petrolio Equivalente (in inglese TOE).
Le Tonnellate di Petrolio Equivalente sono un'unità di misura che converte tutte le forme di energia in un suo equivalente di petrolio sulla base della quantità di energia rilasciata.

energy import

 

 

import petrolio

Si può notare in questa piantina come l'Europa sia un continente povero di energia. Questo è dovuto allo scarso sfruttamento strategico delle risorse che abbiamo, ma anche alla carenza di materia prima. Quindi siamo costretti a importare grosse quantità di combustibili dall'estero come si vede dalla cartina seguente. 

 

 

Se poi pensiamo a come sarebbe il mondo se gli stati fossero grandi quanto la loro disponibilità di petrolio il risultato sarebbe il seguente:

superpotenze chi ha il petrolioValutando questa cartina ci si rende conto degli equilibri strategici di questi anni e del valore dell'energia a livello mondiale. Se si pensa poi alla crisi mondiale in corso che ha ridotto in alcune zone la disponibilità economica a favore di altri soggetti, che proprio grazie alla loro disponibilità energetica hanno grosse disponibilità economiche, ci si rende conto che anche con il risparmio energetico si possono cambiare le dinamiche di potere.
È un po' come pensare a una famiglia che spende molto la quale a un certo punto inizia a farseli prestare da chi li ha. Più si indebita e più dipende da quest'altro soggetto, finché a un certo punto gli si prospettano due strade: o inizia a risparmiare e recupera i debiti o elimina il creditore illudendosi così di azzerare il debito.
Nel mondo la dinamica è simile. Siccome non si vogliono ridurre i propri consumi, si pensa di recuperare sulla disponibilità di materia prima andando a occupare altre zone dove queste materie sono disponibili.
Molti anni fa si faceva la guerra per l'oro e per la conquista della terra, oggi si fa per l'oro nero e forse domani si farà per l'acqua.
Se si guardano poi queste cartine ripensando ad alcuni dei conflitti degli ultimi anni si spiegano molte strategie.
Pensiamo per esempio a quello che è successo in Kuwait, Iran, Iraq e nell'ultimo periodo alla guerra in Ucraina. Molti infatti spiegano l'attuale guerra come strategia per il potere dell'energia: chi oggi occupa la Crimea, domani sarà il soggetto da cui l'Europa comprerà il gas. Infatti alcuni dei gasdotti che arrivano in Europa passano da lì come si vede dalla figura seguente1. Ovviamente chi possiede il gasdotto decide il prezzo e decide se aprire o chiudere i rubinetti.

partner south stream

Dal momento che noi siamo completamente dipendenti dall'energia in questo momento, non possiamo pensare di non rifornirci da nessuno, ma dobbiamo necessariamente scendere a patti.
La situazione per l'Italia poi in queste dinamiche è la più problematica. Se consideriamo che importa quasi tutta l'energia che consuma, si capisce quanto la nostra situazione sia complicata. Se analizziamo per esempio la percentuale d'importazione vediamo che siamo fra gli stati che importano la maggiore percentuale di energia in Europa:

dipendenza energetica

Per quanto riguarda poi gli stati da cui importiamo l'energia vediamo la cartina seguente2:

strategia approvvigionamento

Detto questo ora risulta chiaro che il problema energetico è molto importante e che, in questa era, è una criticità fondamentale. Si può decidere di non gestirlo, trovandoci a breve in una condizione di disequilibrio geopolitico, oppure di agire sui due fattori del mercato.
Da una parte è necessario agire sull'offerta aumentando in modo significativo lo sfruttamento di tutte le fonti rinnovabili - che in Italia sono la principale risorsa potenzialmente sfruttabile, ma ancora poco utilizzata - dall'altra è necessario agire sul fronte della domanda riducendo i consumi.
Tutti gli oggetti che ci circondano infatti hanno una funzione siano essi grandi o piccoli. La casa ne ha diverse: ripararci, proteggerci, scaldarci, renderci disponibile acqua calda e molto altro. Altri oggetti come l'auto ci devono portare da un posto a un altro, un telefono deve permetterci di chiamare, fotografare, chattare ecc.
Tutte queste funzioni possono essere svolte con un oggetto molto energivoro o con un oggetto ad alta efficienza energetica. Quello che ci serve è la funzione, non l'energia che consuma. Per questo motivo bisogna intervenire su tutti i consumi non necessari della nostra quotidianità. La soluzione non è tornare alle abitudini dei nostri nonni togliendoci telefoni, auto e quant'altro, ma tenere gli stessi oggetti e renderli sempre più efficienti. In questo modo potremo invertire la tendenza ed evitare che i consumi superino la produzione energetica.

1 www.comunismoecomunita.org/?p=4392
2 www.neacomunicazione.it/zapping/2014/04/01/litalia-e-la-dipendenza-energetica

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