I cinque sensi

Perché esistono le puzze

E come combatterle

di Gina Grechi

piedi mani

Credo che le puzze siano sortite dal “vaso di Pandora” insieme agli altri mali del mondo e che, quindi, abbiano un valido motivo di essere.

Le puzze, al pari di vecchiaia, gelosia, pazzia, vizio, malattia, morte, miseria, violenza, inganno... mi ricordano che, nonostante tutto, non devo mai smettere di gioire speranzosa di fronte alla possibilità di un futuro migliore e più profumato.

Molto dipende, infatti, da una costante e operosa ricerca di situazioni dal gradevole aroma, messa al servizio della buona volontà.
Quando sono triste e affamata di frutta, annuso i piedi di mia figlia che, straordinariamente, producono sempre sentore di fragola.
Questo fatto mette in luce che, qualche volta, ci si può anche permettere di uscire dai soliti cliché: primo fra tutti quello che attribuisce alle nostre estremità inferiori una generazione sempiterna di emanazioni fetide. In fondo, basta lavarsi con regolarità.

Sono infiniti gli accorgimenti personali che ognuno di noi può mettere in atto al fine di circondarsi di un'aura fragrante e lasciare un ricordo profumato della propria presenza, nei luoghi in cui si reca. Citerò la classica mentina in bocca e l'intramontabile deodorante sotto le ascelle, entrambi da utilizzare post accurata abluzione della zona interessata.

Approfittare del Natale per far scorta di buoni odori è un consiglio che dispenso volentieri. L'effluvio di cannella e mandarini che inonda la casa di festa, mi riconduce a quell'epoca dell'infanzia in cui le felicità avevano profumi ben definiti.

E poi... “spalanchiamo le finestre”! All'apertura frequente delle finestre dei locali che abito, sono sempre stata attenta. Lo dimostra una poesiola che ho ritrovato recentemente e che composi circa trent'anni fa, in un momento di altissima... iNspirazione!!

 

L'olezzo del mattino
è l'odore più suino che ci sia.
Ti penetra nel naso e più in là nel cervelletto
il sentore di chiusura da camera da letto.
Se cerchi di evitarlo tappando le narici
lo vedi arrampicarsi appannando le cornici.
“Apriamo le finestre, facciamo entrare il giorno!”
L'olezzo si miscela con l'aria tutt'intorno,
si affaccia ai davanzali e si getta tra i vapori
di un mondo che diventa... un cumulo di odori.

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