La bellezza

Editoriale

Tema «La bellezza»

di Gloria Ciapponi

venere botticelli

La bellezza può dividere il mondo; oppure lo salverà; oppure la bellezza è il simbolo dei simboli. E a volte il nostro occhio è perfino incapace di vedere la bellezza interiore.

Anche Dostoevskij pensava che la bellezza salverà il mondo e in senso aulico è un concetto che possiamo sposare tutti, ma se andiamo ad analizzare gli appunti dei grandi pensatori che scrissero in lungo e in largo sull'argomento, scopriremo che attraverso sfumature e interpretazioni, la bellezza appunto, può dividere il mondo. E allora leggeremo che nel 1889 secondo Oscar Wilde «La bellezza ha tanti significati quanti umori ha l’uomo. La bellezza è il simbolo dei simboli. La bellezza rivela tutto perché non esprime niente.» Mentre trent'anni dopo Paul Valéry scrisse che «definire il bello è facile: tutto ciò che fa disperare», per arrivare fino ai giorni nostri con Umberto Eco per cui «è bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro». E ci si divide ancora tra l'aspetto estetico e quello interiore, tra il concetto di bellezza femminile di oggi e quello di epoche passate, panorami, colori, forme, tutto ciò che evoca in noi trasporto ed emozione può essere definito bello forse proprio perché l'etimologia della parola deriva da una forma antica “bonus”, cioè buono, molto più terreno.

E senza scomodare la filosofia greca che voleva la bellezza perfetta, armonica, proporzionata, piegata a un ordine imposto, anche oggi ci troviamo a lottare (se abbiamo la fortuna di essere privi di apparenti condizionamenti) per interpretare una bellezza tutta nostra tra stereotipi e misure imposte. Ma se cerchiamo di sfuggire a chi vuole certi canoni di bellezza, supportati da tesi colte e sagge per cui quella interiore è più apprezzabile perché non invecchia mai, chiediamoci se effettivamente anche quella interiore non passi; e se il nostro stesso occhio non subisca nel tempo l'incapacità di vederla anche quando c'è.

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