Note di terrore

Dalle danze macabre, ai requiem

di Giovanni Conca

Clusone Oratorio dei Disciplini
Danza macabra - Clusone, Oratorio dei disciplini

La paura è uno stato d’animo provocato da diversi fattori e diverse cause: si può avere paura di qualcosa, di qualcuno, di quello che potrebbe accadere, del futuro, dell’ignoto, della guerra, delle malattie, della morte...

Fondamentalmente la paura è un’emozione, un’emozione che può scaturire da situazioni di pericolo, da ricordi, da fantasie e anche da certi brani di musica. Per fare un esempio mi vengono in mente la “Danza macabra” di Camille Saint Saens, “Una notte sul monte Calvo” di Mussorgskij, “L’Apprendista stregone” di Paul Dukas, i “Requiem” di Mozart, Verdi e Fauré, per citare i più famosi.
La “Danza macabra” si ispira alla leggenda della morte che, a mezzanotte, con un corteo di scheletri richiamati dalle tombe, si abbandona a una danza sfrenata sul ritmo di un valzer sinistramente accompagnato dallo scricchiolio degli scheletri che ballano, scricchiolio reso dallo xilofono e dal pizzicato degli archi1.
“Una notte sul monte Calvo” si ispira al sabba delle streghe, suoni sotterranei di voci soprannaturali, apparizione di spiriti, glorificazione di Satana, celebrazione della messa nera, un’orgia vera e propria che si placa e si disperde al suono della campana della chiesa di un villaggio2.

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Una notte sul Monte calvo di Corrado Lippi

Il lavoro di Dukas si incentra più che sulla paura, sulla magia, sulle pratiche magiche che, alcune volte, possono essere inquietanti e paurose. È ispirato a una ballata di Goethe a sua volta derivata da una storia già nota dell’antica Grecia. L’apprendista di uno stregone, in assenza del maestro, si serve di una formula magica per far ballare una scopa che attinge acqua da un fiume causando quasi un’inondazione. Quando vorrebbe fermarla, non ricorda più la formula e, per porre fine a tutto, deve aspettare il ritorno dello stregone che lo punirà con la frusta. I vari temi della musica sono affidati ora ai fagotti, ora agli archi e ai legni. Danno vita a una serie di sviluppi geniali, carichi di humor grottesco e capaci di generare atmosfere sorprendenti, piene di tensione e apprensione3.
Il “Requiem” è una composizione sacra che ha sempre ispirato i compositori di tutti i tempi. Le sue varie componenti: “Requiem”, “Dies ire”, “Lacrimosa”, “Libera me”, possono suscitare nell’animo particolarmente sensibile, con la potenza dell’orchestra e del coro, sentimenti di angoscia, timore, paura.

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L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento

Per ultimo non posso non citare le colonne sonore dei film. Nei film le musiche sono davvero un elemento importante che accompagna e sottolinea le varie scene d’amore e di dolore, di gioia e di sofferenza, di lotte e di combattimenti. Nei film gialli e nei film horror, la musica diventa essenziale. Certe scene perderebbero gran parte della loro efficacia e del loro pathos se non ci fosse la musica che ne sottolinea la tensione, il senso di paura, di angoscia o, in certi casi, di vero e proprio terrore. Voglio citare, tra i tanti, i film di Alfred Hitchcock (Psyco, Notorius, Gli uccelli), di Robert Siodmak (La scala a chiocciola), di Dario Argento (L’uccello dalle piume di cristallo). In quest’ultimo film conta molto la musica incisiva di Ennio Morricone che, per creare angoscia e suspence, usa sonorità sperimentali e spesso ostiche ispirate alla musica classica contemporanea4.

1 - Da “Musica sinfonica di Piero Santi”
2 e 3 - Da “Guida all’ascolto della musica sinf.” Di Giacomo Manzoni
4 - Di Alberto Pezzotta dalla rivista “Nocturno”

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