Chi vuol esser lieto, sia ...

Riflessioni sul tema futuro

di Gina Grechi

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Per diversi motivi, maturati soprattutto negli ultimi anni, sono approdata alla felice conclusione che sia più proficuo, per la mia sopravvivenza, non impegnare la mente in pensieri relativi al futuro.
Fermo restando che la speranza positiva accompagna la maggior parte delle mie grandi e piccole decisioni, scelgo di vivere ogni giorno come se fosse TEORICAMENTE l'ultimo

Alzarsi al mattino con questo obbiettivo che, a ben guardare, presuppone comunque una sorta di quotidiana pre-visione, credo implichi essenzialmente due presupposti: "massima sincerità" (soprattutto nei confronti di se stessi) e "attenzione ai particolari" (dal bacino al marito che affronterà una dura giornata di lavoro, alla contemplazione stupefatta di un'instancabile mamma passero che procaccia cibo per ben quattro avidi becchi sempre protesi).
"Il presente" è il tempo che preferisco. Grammaticalmente parlando ho una predilezione per il passato remoto; ma quando si tratta di capire su quali azioni concentrare una premurosa riflessione, sento, senza dubbio, di dover convogliare tutta la mia attenzione sull'oggi. Non è forse vero che un buon presente, in futuro, sarà anche un buon passato?
Generalmente, quindi, "non mi fascio mai la testa prima di essermela rotta" e anche quando sto per farlo, ri-arrotolo cautamente il filo del pensiero (che, se lasciato libero, percorrerebbe chilometri e chilometri in avanti), offrendo alla mente questioni più incombenti e futili su cui arrovellarsi. Come quella volta in cui, nel tentativo di non immaginare quale avvenire potesse toccare a mio padre malato, ho realizzato la mia prima spettacolare torta di mele!
... Sicuramente, al calar del sole, è più difficile dedicarsi soltanto al presente. Spesso, al colmo di certe sconsigliabili notti, per qualche strana ragione che forse talvolta potrebbe semplicemente definirsi "cena pesante", il giudizio va in tilt e ci ritroviamo completamente in balia di una visione del domani TRAGICA e IRREVERSIBILE. Vani i tentativi di ri-aggomitolare superstrade di inquietudini.
Non ho una soluzione inappellabile contro le drammatiche pre-visioni notturne; in poche occasioni mi è stato sufficiente bere un bicchiere di acqua fresca e citrosodina o intraprendere una solitaria passeggiatina per casa. L'unica cosa però dalla quale, probabilmente, non è vantaggioso prescindere, soprattutto nel tempo che intercorre dal tramonto all'alba, è la consapevolezza che "un altro giorno" arriverà e che, nell'assoluta imprevedibilità del futuro, potrebbe anche essere il più grandioso della nostra vita.

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