Un gioco ipnotico...

... che attrae nel ritmo del cerchio

di Andrea Basci

YUNNAN 1904 LR 1920

Yunnan, Cina (foto: Andrea Basci)

Inizia con una musica, una melodia ritmata e lenta, non riesci a capire da dove arrivi, in quella piazza vuota ai confini del mondo e poca gente distratta ai margini.

Il ritmo, ripetitivo e ipnotico, martella lo stomaco, ti entra nella pelle e la testa inizia a muoversi su quei suoni profondi, piovuti dal cielo e rimasti sospesi nell’aria.
La piazza è vuota, nessuno sembra far caso alla musica che inizia a coprire le chiacchiere,
quasi inizia a prendere spazio e sciogliersi nei pensieri che si perdono nei suoni.
Poi una bambina, otto anni o poco più, entra nella piazza e si muove impettita verso il centro.
Passi lenti e cadenzati dal ritmo.
Un vestito giallo e capelli corvini raccolti con spille luccicanti.
Ferma nell’incedere, senza regalare sguardi.

mandala quadrato basci 1

Con quel passo lento e ritmato raggiunge il centro della piazza, allarga con grazia le braccia ed accenna un passo di danza, un gesto discreto che accompagna un tamburo e scivola sulle note.
È sola al centro ma inizia il suo ballo quasi accennato ed inizia ad incantare con movimenti leggeri, stretti tra le note, il vestito ondeggia e si muove lieve tra i passi di danza.
Qualche minuto di arabeschi con le mani e succede il miracolo, una reazione a catena, improvvisa.
Il ritmo non cambia ma una decina di persone entrano in piazza e si dispongono in cerchio intorno alla bambina che balla persa tra il cadenzato tambureggiare.
Comincia una sorta di girotondo tenendola al centro senza che nessuno si tocchi, muovendosi insieme all’unisono in senso orario e cadenzando i passi sulla musica, sempre uguale e ripetitiva.
Altri arrivano, formando un altro cerchio, più grande, intorno al primo e si adeguano al ritmo, gli stessi passi e gli stessi movimenti, solo l’incedere del cerchio è diverso,
girano in senso opposto al primo cerchio.
La piazza, con lentezza cadenzata, si riempie di cerchi concentrici che si muovono uno all’opposto dell’altro ma conservando cadenze, movimenti e ritmi identici.
Un crescendo che mi lascia stupito.

mandala quadrato basci 2

Quando la piazza è tutta occupata la musica alza il volume e il gioco ipnotico diventa perfetto.
Ritmo tribale e movimenti percepiti non dalle persone ma dai cerchi che ondeggiano e gravitano intorno al vestito giallo che rimane al centro avvinghiato con la mente nella melodia.
Lo spettacolo è surreale, l’istinto di entrare nel cerchio è difficile da trattenere ma l’ipnosi collettiva arriva anche ai bordi che guardano. Il tempo si ferma e l’unico pensiero è seguire la musica.
Non esiste più niente. È un pendolo nelle mani di un ipnotizzatore che ondeggia davanti agli occhi.
Un’ora, forse due, poi la musica, all’improvviso, finisce.
Il silenzio avvolge la piazza e tutti, come al risveglio di un sogno, si fermano e, ancora barcollanti, se ne vanno, lasciando la piazza vuota e silenziosa.
La bambina col vestito giallo si siede al centro ad occhi chiusi,
un attimo. Poi si alza e se ne va.
Come un mandala che crea disegni unici per poi liberarsene subito, potenti simboli dell’ipermanenza, della precarietà e della provvisorietà del momento.
La stessa forza che crea il disegno è identica a quella che lo cancella.
È l’inizio, la fine e ancora l’inizio.

mandala quadrato basci 3

Mi lascio ipnotizzare da immagini che in quel momento sono cerchi colorati che esplodono e poi, con la stessa facilità, le abbandono per cercarne altre, cercare potenti pendoli che oscillano e ammaliano a riempire la vita con vestiti gialli che ballano.
Anche il distruggere fa parte dell’atto creativo. È sempre un inizio, quasi quotidiano, che ipnotizza e ti porta a cancellare con la mano il disegno per iniziarne un altro.
Inizio con il mio mandala, la mia musica e poi un colpo di mano per disfare con lo stesso entusiasmo dell’inizio.
Poi inizio ancora e i cerchi si muovono fino alla fine della musica concentrici e asincroni a invadere territori lontani.
Vivo qui ed ora.


 Mandala e foto: Andrea Basci

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