• quadrifogli
  • rana farfalla
  • fiori di campo
  • anatroccoli
  • rosa bianca

Care lettrici - Cari lettori

Sei in Valle è un contenitore culturale, un trimestrale che lancia con questa periodicità dei temi stimolanti, intriganti. Li lancia come una sfida per i nostri collaboratori che scrivono nella propria rubrica dedicata e per chi ci legge, mosso da una sana curiosità. A voi la scelta! Leggere partendo da un tema o farlo consultando la rubrica che più vi interessa.

Stare male

Il non senso dell'essere

a cura di Chiara Caravello

Nel-giardino-del-bene-e-del-male

Fisso il vuoto, penso. Voglio nero su bianco, scrivo qualcosa, è una macchia ancora da descrivere. Tanto vale, cancello. Bianco su bianco, di nuovo il vuoto. Ma non c'è vuoto, lo spazio è pieno di oggetti, pieno di concetti. Il finto ordine che mi circonda stringe la reale confusione che mi invade. È un cerchio senza armonia, una ruota senza raggi e senza binari, non ha forma né direzione. È un ammasso, si nutre di quello che raccoglie, amalgama gli ingredienti sbattendoli da una parte all'altra. I segni che porta sulla spessa buccia sono i lividi del suo malessere.

Stare male è piangere senza un motivo, è soffrire senza saper piangere. È non avere cibo, è non avere fame. È non trovare un senso, è perderlo, è considerare solo il male e dimenticarsi di sorridere. È smettere di credere nella ricerca, stancarsi di rincorrere nuovi punti di vista, scordare che imparare significa prima di tutto riconoscere i propri errori. È dimenticarsi che per essere felici ci vuole coraggio, audacia di sbagliarsi. È aspettare un consenso per esprimere la propria opinione, sottostimare le proprie parole solo perché qualcun'altro ne ha già scritte di simili. Provare imbarazzo nel chiedere scusa, vergognarsi di ringraziare una volta in più, pensare di dover domandare il permesso per abbracciare un amico. È iniziare a cronometrare il tempo quando è il momento di ascoltare. È stupirsi delle critiche e non farne. È quando aspettarsi di più significa non essere mai contenti e quando accontentarsi significa rinunciare all'ambizione. È ricomporsi di fronte ai perbenisti e non baciare le mani del fabbro che lavora onestamente. È rinunciare alla fatica, esigere risposte senza saper porre domande, aspettarsi apprezzamenti senza mettere l'impegno per creare qualcosa di bello. È spostarsi di corsa, avere sempre la testa per aria ma non ammirare mai il cielo, non percepire una melodia ballabile in tutto, non cogliere il respiro dell'umanità, sentirsi soli in mezzo alla folla. È spegnere la luce e non iniziare a sognare.

Benessere è una fortuna e una scelta, una finanza d'amministrare, piuttosto che qualcosa da possedere. In fin dei conti può essere la ricevuta di quello che una società riesce a tenersi in tasca. Nel più naturale campo d'aggregazione, ogni individuo è chiamato a svolgere il proprio ruolo. Si analizza in un congresso di stati d'animo il prodotto di quest'operare. Situazioni identiche generano spesso reazioni diverse, dalla stessa fonte ognuno può cogliere spunti e stimoli personali. È una sorgente di pensiero, che genera corrente di benessere, tensione evolutiva, elettricità emotiva, carica vitale trasmessa per antenne solitarie in una rete di cavi interconnessi. Nella sua forza, nella sua resistenza, ogni antenna è un punto saldo, insieme a tanti parafulmini pronti ad assorbire e riversare al suolo tutta l'energia nei momenti di accumulo. È sempre l'universo delle relazioni a generare disordine, turbamenti e paranoie. Seppure a volte s'identifichi il benessere con l'assenza di preoccupazioni, "Hakuna matata!", possiamo essere davvero felici quando stiamo con gli altri. C'è chi dice che il vero piacere si raggiunga soddisfacendo un bisogno e chi ritiene che quello stesso piacere si possa provare solo in assenza di qualunque bisogno. Nessuno dice che il benessere sia necessariamente legato al piacere e forse anche la pace nel mondo è un'altra storia. Benessere è la pace interiore, non quella della resurrezione o dell'illuminazione divina: è uno stomaco che non borbotta, un cervello che non rimugina, un cuore che respira placido. Lo stomaco è quieto, appagato. La pancia leggera, l'intestino libero. I piedi pronti a lasciarsi andare sulle note della prima canzone che suoni, la voce fresca già fischietta e fa l'accompagnamento. Lo sguardo lucido, brillano di gioia gli occhi, le acque quiete delle ghiandole lacrimali suggeriscono serenità. La pelle distesa, se la gode come un lenzuolo al sole nella brezza tiepida e profumata della primavera. Linfa vitale corre fino alla punta di ogni capello, forte, come la risata che sale dall'esofago e invade il palato e l'aria tutt'attorno. Qualcuno rende un sorriso, rilanci: oggi non è un prestito, oggi è un regalo! È tutto predisposto per noi, la potenza in ogni elemento attende il suo colpo di sparo e tiene calde le gambe, è pronta a scattare, per ora saltella. Sorride per caricarsi al meglio, offre un bicchiere alla fortuna, brinda all'impegno di conservarla. Lei ammicca, l'ha trovato. Ripone in quell'essere umano tutta la sua fiducia, gli spalanca le sue porte e già una musica da dentro lo chiama e lo accoglie.

Articoli del tema precedente

Le parole

editoriale | Strumenti per essere

di Gloria Ciapponi

occhio variopinto 1920

«Vi erano fasci di diversa luce sul culmine dell’arco, come punte di una corona, e ardevano. L’arco scorreva lungo le zone vicine del cielo, sfavillava leggermente e si spostava con delicati guizzi nel vasto spazio».
tratta dalla novella «Cristallo di rocca» di Adalbert Stifter

Leggi tutto...

Parole in fila

La fotografia delle sillabe

di Andrea Basci

pentagramma basci 1920

Lascio che se ne vadano, senza briglie, lascio che il fiume di parole attraversi dritto i pensieri e che le più importanti riposino in anse nascoste.

Leggi tutto...

Tra IA e poesia

Cura e potere - distruttivo e creativo - della parola

di Gaia Missarelli

bergonzoni alessandro 1689

Alessandro Bergonzoni

«Con la parola mi sento altrista, basta artista. Altra arte, arte degli altri, con gli arti, per gli altri, altrimenti. Ecco la parola crealtà: io non voglio dimenticare la realtà ma filosoficamente voglio crearne un’altra, la crealtà, che non esclude la prima ma inventa la seconda».
Alessandro Bergonzoni

Leggi tutto...

Ti voglio bene

Tre parole magiche... 

di Gina Grechi

bleeding heart 1425870 1920

Spesso ho bisogno di dire «ti voglio bene» alle persone a cui voglio bene. È un'esigenza che cerco di soddisfare immediatamente, perché mi appaga moltissimo e perché, certe cose… non vanno mai rimandate!

Leggi tutto...

Testimonianze datate 1944

Dal Corriere dei Piccoli alle lettere dal fronte

di Luca Villa - SECONDA PARTE

4 cartolina stalag X B

Nel Corriere dei Piccoli numero 26 del 25 giugno 1944 si racconta di Marta, una signora anziana che siede nei banchi di scuola insieme ai bambini poiché sta imparando a leggere e a scrivere.

Leggi tutto...

Testimonianze datate 1944

Dal Corriere dei Piccoli alle lettere dal fronte

di Luca Villa - PRIMA PARTE

1944cdp22grande cop

Un titolo, una data, una descrizione, uno scritto: le parole presenti in un oggetto raccolto, danno un valore aggiunto a quanto collezionato.

Leggi tutto...

Back to top
Condividi